Ozempic, il farmaco che promette di sconfiggere l’obesità, che viene usato anche per la perdita del peso. Negli ultimi anni, l’interesse per Ozempic e i farmaci agonisti del recettore GLP-1 e, più recentemente, per il duale GLP-1/GIP ha raggiunto livelli altissimi. Farmaci come Ozempic (Semaglutide) e Tirzepatide stanno rivoluzionando il trattamento del diabete di tipo 2 e della perdita di peso, grazie a meccanismi d’azione che agiscono direttamente sulla regolazione del metabolismo. Ma come funzionano esattamente? Quali sono i processi biologici che li rendono così efficaci?
Per comprendere l’azione di questi farmaci, bisogna partire dal concetto di ormoni incretinici, sostanze prodotte dall’intestino in risposta all’ingestione di cibo. Tra questi, il GLP-1 (Glucagon-Like Peptide-1) gioca un ruolo chiave nella regolazione della glicemia. Il GLP-1 stimola il pancreas a produrre insulina quando i livelli di zucchero nel sangue aumentano, rallenta lo svuotamento gastrico e agisce sul sistema nervoso centrale per ridurre la sensazione di fame. È proprio su questo ormone che agisce Semaglutide, amplificandone gli effetti in modo più potente e prolungato rispetto alla sua naturale secrezione.
Tirzepatide, invece, introduce un’ulteriore innovazione. Questo farmaco non solo agisce sul recettore GLP-1, ma stimola anche il GIP (Glucose-Dependent Insulinotropic Polypeptide), un altro ormone incretinico che favorisce la secrezione di insulina e ha effetti positivi sulla regolazione del metabolismo dei grassi. Studi recenti hanno evidenziato che l’attivazione combinata di questi due recettori porta a una maggiore riduzione del peso corporeo rispetto al solo GLP-1. Secondo una ricerca pubblicata su JAMA Internal Medicine, “la sinergia tra GLP-1 e GIP sembra migliorare la sensibilità insulinica e potenziare la soppressione dell’appetito in misura superiore rispetto ai trattamenti precedenti”.
Uno degli aspetti più interessanti di questi farmaci è la loro capacità di modulare il comportamento alimentare attraverso il sistema nervoso centrale. Il GLP-1 e il GIP influenzano direttamente l’ipotalamo, l’area del cervello responsabile del senso di fame e sazietà. Il dottor Michael Schwartz, esperto di neuroscienze metaboliche presso l’Università di Washington, ha spiegato: “L’attivazione prolungata dei recettori incretinici non solo riduce l’appetito, ma sembra anche riorganizzare i circuiti neurali che regolano il consumo di cibo, inducendo cambiamenti che potrebbero persistere nel lungo termine”.
Un altro elemento chiave è il rallentamento dello svuotamento gastrico. Poiché il cibo rimane più a lungo nello stomaco, la glicemia postprandiale si mantiene più stabile, evitando picchi glicemici dannosi per i pazienti diabetici. Questo effetto contribuisce anche alla riduzione della fame, aumentando il senso di sazietà dopo i pasti. Il dottor Andrea Rossi, diabetologo presso il Policlinico Gemelli, sottolinea che “questi farmaci permettono di ottenere un duplice beneficio: un miglior controllo del diabete e una riduzione significativa dell’introito calorico, con effetti che si manifestano già dopo poche settimane di trattamento”.
Se da un lato il meccanismo d’azione di questi farmaci appare rivoluzionario, dall’altro resta aperta la questione degli effetti collaterali. Nausea, vomito e disturbi gastrointestinali sono le reazioni avverse più comuni, soprattutto nelle prime fasi del trattamento. Tuttavia, nuovi studi suggeriscono che Tirzepatide potrebbe avere un profilo di tollerabilità più favorevole rispetto al Semaglutide, con minori episodi di disturbi gastrici. Se questi dati saranno confermati, potremmo trovarci di fronte a una nuova generazione di farmaci che sostituirà molte delle attuali strategie per la gestione dell’obesità e del diabete.
La comprensione dei meccanismi biologici di questi farmaci ci permette di intravedere un futuro in cui la gestione del peso e della glicemia sarà sempre più personalizzata. Il progresso della farmacologia sta offrendo strumenti sempre più sofisticati per il controllo delle patologie metaboliche, riducendo la necessità di approcci dietetici drastici e aumentando le possibilità di trattamento per milioni di persone nel mondo.