Il diabete di tipo 2, noto anche come diabete dell’adulto, è sempre stato considerato una malattia legata principalmente all’età avanzata. Tuttavia, negli ultimi anni, il panorama è cambiato: un numero crescente di giovani adulti, tra i 18 e i 39 anni, riceve diagnosi di diabete di tipo 2, con un incremento del 40% tra il 2016 e il 2023, secondo il National Diabetes Audit 2021-2022 del Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito. Questo cambiamento nella “geografia” della malattia rappresenta una sfida complessa per i professionisti sanitari, soprattutto per via delle complicanze più gravi e dell’elevato rischio di mortalità che caratterizza l’insorgenza precoce di questa condizione.
La diagnosi precoce del diabete di tipo 2 nei giovani adulti tende a presentarsi con un quadro clinico più complesso rispetto a quello delle diagnosi in età avanzata. Nei pazienti giovani si osservano spesso un controllo glicemico meno stabile e una maggiore resistenza all’insulina, fattori che possono accelerare il declino della funzione pancreatica. Questo porta, purtroppo, a un’incidenza più elevata di complicanze, come danni renali e oculari, già entro pochi anni dalla diagnosi.
In questo contesto, un giusto approccio dietetico emerge come un’opzione promettente e necessaria.
Studi hanno dimostrato che tale dieta può supportare il controllo glicemico e promuovere la perdita di peso, contribuendo anche a migliorare alcuni parametri metabolici. Per i giovani adulti con diabete di tipo 2, questo approccio può quindi offrire un supporto efficace nella gestione della malattia, riducendo i rischi di complicanze e aiutando a stabilizzare il decorso clinico.
La dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (VLCKD), particolarmente per i pazienti con obesità o sindrome metabolica. La VLCKD, se utilizzata con un monitoraggio medico adeguato, ha dimostrato di essere un’opzione sicura, contribuendo significativamente alla riduzione del peso e al miglioramento della sensibilità all’insulina.
Un aspetto cruciale nella gestione del diabete di tipo 2, soprattutto nelle diagnosi precoci, è la regolazione dei livelli di insulina. I giovani adulti con diabete tendono a sviluppare una resistenza all’insulina che può peggiorare rapidamente se non gestita con interventi mirati. La dieta chetogenica, grazie alla sua capacità di ridurre l’assunzione di carboidrati e promuovere la chetosi, contribuisce a migliorare la sensibilità all’insulina, diminuendo la necessità di un supporto farmacologico intensivo.
La VLCKD (Very Low-Calorie Ketogenic Diet) si è rivelata particolarmente efficace in questo contesto, in quanto riduce il carico glicemico e può aiutare il corpo a utilizzare l’insulina in modo più efficiente. Questo porta non solo a un migliore controllo glicemico, ma anche a una riduzione del peso corporeo e delle complicanze metaboliche associate al diabete. Tuttavia, è essenziale che l’adozione di una dieta chetogenica avvenga sotto una stretta supervisione medica, per adattare eventuali terapie insuliniche o farmacologiche al nuovo regime dietetico.