Negli ultimi anni, le diete chetogeniche hanno attirato grande interesse per la loro efficacia nel trattamento dell’epilessia e di altre malattie neurologiche, nonché nei pazienti con sovrappeso e disturbi metabolici correlati all’obesità. Tuttavia, la varietà di diete che rientrano sotto il termine “chetogeniche” ha generato confusione, rendendo difficile l’interpretazione dei dati scientifici e l’applicazione pratica delle raccomandazioni nutrizionali.

La confusione nella nomenclatura delle diete chetogeniche deriva dalla presenza di diverse varianti con composizioni macronutrizionali e contenuti calorici differenti. Alcuni autori hanno proposto di definire “diete chetogeniche” tutte quelle caratterizzate da una drastica restrizione di carboidrati, ma questo approccio non è sufficiente a delineare tutte le differenze esistenti tra le diverse diete. Ad esempio, una dieta chetogenica può essere a bassissimo contenuto calorico (VLCKD), con meno di 800 kcal al giorno, o può essere una dieta chetogenica eucalorica, con un apporto calorico maggiore e specifici rapporti di macronutrienti.

Per risolvere queste ambiguità, il panel di esperti “KetoNut” della Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) propone di adottare il termine “Terapia Chetogenica a Basso Contenuto Energetico” (VLEKT). Questa denominazione si riferisce a una dieta chetogenica con un apporto energetico giornaliero inferiore a 800 kcal, con un contenuto di carboidrati ridotto (<30-50 g al giorno) e una quantità di proteine calcolata in base al peso ideale del paziente.

Dettagli della VLEKT

  1. Energia: L’uso del termine “Energia” anziché “Calorie” evita confusioni con i carboidrati, dato che “C” è anche l’iniziale di “Carboidrati”. La VLEKT prevede un apporto calorico molto basso, che induce uno stato di chetosi nutrizionale.
  2. Proteine: È importante non eccedere con le proteine, poiché un’assunzione eccessiva può stimolare la gluconeogenesi e ostacolare la produzione di corpi chetonici. Si raccomanda un apporto proteico tra 0,8 e 1,5 g per kg di peso corporeo ideale.
  3. Grassi: La dieta dovrebbe includere fonti di grassi insaturi, come oli vegetali, olive, noci e semi, evitando un eccesso di grassi saturi. Fonti come l’olio di oliva extra vergine e l’avocado sono consigliate per il loro contenuto di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi.
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Obiettivi e Indicazioni della VLEKT

La VLEKT è progettata per essere una terapia nutrizionale valida per il trattamento dell’obesità e dei disturbi metabolici correlati, contribuendo alla perdita di peso e al miglioramento dei parametri metabolici. Tuttavia, come per ogni terapia, richiede una valutazione preliminare da parte di un medico e una prescrizione da parte di un nutrizionista qualificato, con un monitoraggio adeguato per evitare complicazioni, come la chetoacidosi, una condizione patologica grave.

La proposta di standardizzare la nomenclatura delle diete chetogeniche come VLEKT mira a migliorare la chiarezza e l’uniformità delle raccomandazioni cliniche e della ricerca scientifica. Questa standardizzazione faciliterà una migliore comprensione e applicazione delle diete chetogeniche nella pratica clinica, garantendo un trattamento efficace e sicuro per i pazienti.

Gli autori principali di questo studio includono Luigi Barrea, Massimiliano Caprio, Davide Grassi, Arrigo Francesco Giuseppe Cicero, Carmela Bagnato, Barbara Paolini e Giovanna Muscogiuri, che hanno contribuito alla concettualizzazione, alla scrittura e alla revisione del manoscritto. La ricerca è stata finanziata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II.