A cura di Antonella Vitelli, 10 luglio 2024
Uno studio recente pubblicato su Nature ha esplorato l’efficacia della Dieta Chetogenica Mediterranea Modificata (MMKD) nel mitigare i fattori di rischio per la malattia di Alzheimer (AD). La ricerca ha coinvolto partecipanti a rischio di AD, i quali hanno seguito la MMKD e la dieta dell’American Heart Association (AHAD) per sei settimane ciascuna, con un periodo di washout di sei settimane tra le diete.
Lo studio ha coinvolto 19 individui a rischio di malattia di Alzheimer, cognitivamente normali o con lieve compromissione cognitiva. I partecipanti hanno seguito la Dieta Chetogenica Mediterranea Modificata (MMKD) e la dieta dell’American Heart Association (AHAD) per sei settimane ciascuna, con un periodo di washout di sei settimane tra le due diete. L’analisi ha incluso la metabolomica del siero e del liquido cerebrospinale (CSF) tramite risonanza magnetica nucleare (NMR) e la profilazione metagenomica dei campioni fecali, per comprendere meglio gli effetti delle diete sui biomarcatori associati al rischio di Alzheimer.
Risultati chiave
- Metaboliti nel Siero: La MMKD ha alterato significativamente 38 metaboliti, inclusi livelli aumentati di corpi chetonici (acetone, acetoacetato e 3-idrossibutirrato) e aminoacidi a catena ramificata (BCAA), in particolare la valina.
- Infiammazione: La MMKD ha ridotto il marcatore infiammatorio GlycA, indicando una diminuzione dell’infiammazione sistemica.
- Profilo Lipidico: Aumento delle particelle di HDL e del colesterolo HDL, associati a una migliore salute cardiovascolare e potenzialmente protettivi contro il declino cognitivo.
- Metaboliti nel CSF: Cambiamenti significativi in 18 metaboliti, con un aumento dei prodotti di degradazione dei BCAA e una correlazione positiva con i cambiamenti nel siero.
I risultati suggeriscono che la MMKD potrebbe invertire le alterazioni metaboliche associate all’AD e migliorare i marcatori di rischio modificabili, come l’infiammazione sistemica e i profili lipidici. Questo studio sottolinea il potenziale della MMKD come intervento dietetico per ridurre il rischio di AD, evidenziando l’importanza di approcci nutrizionali personalizzati nella gestione delle malattie neurodegenerative.
Implementare la MMKD come intervento dietetico presenta alcune sfide. La compliance dietetica a lungo termine può essere difficile da mantenere, specialmente per individui abituati a diete ricche di carboidrati. Inoltre, le esigenze nutrizionali variano tra gli individui, richiedendo un approccio personalizzato e una supervisione medica costante. Le future ricerche dovrebbero concentrarsi su studi a lungo termine con campioni più ampi per confermare questi risultati e per esplorare ulteriormente i meccanismi sottostanti che collegano la dieta chetogenica alla riduzione del rischio di AD.