Il crescente problema della malattia di Parkinson, che ha visto raddoppiare i suoi casi a livello globale negli ultimi 25 anni, potrebbe trovare un improbabile alleato nella lotta alla sua diagnosi precoce: gli smartwatch. Con sintomi che includono disturbi del sonno, tremori, rigidità e declino cognitivo, il Parkinson è notoriamente difficile da identificare nelle fasi iniziali. Tuttavia, la recente ricerca pubblicata su Nature Medicine sottolinea come la tecnologia degli accelerometri negli smartwatch possa anticipare la diagnosi monitorando irregolarità nel sonno e nei movimenti.
Il Parkinson, una malattia neurodegenerativa, non solo influenza le capacità motorie, ma può anche avere ripercussioni su organi vitali e funzioni cognitive. Nonostante la sua esatta genesi prodotta ancora un mistero, sappiamo che fattori come la creazione genetica e l’esposizione a inquinanti svolgono un ruolo nel suo sviluppo. La diagnosi di questa malattia è spesso posticipata, con i pazienti riconosciuti solo quando la degenerazione è avanzata, rendendo fondamentale l’identificazione dei sintomi in una fase precoce.
Un team guidato da Cynthia Sandor dell’Università di Cardiff ha selezionato dati da oltre 103.000 individui nella UK Biobank, cercando di determinare se gli smartwatch potessero segnalare l’inizio del Parkinson. Interessantemente, gli algoritmi di machine learning utilizzati con i dati dell’orologio hanno superato i metodi diagnostici convenzionali, identificando i segni del Parkinson molto prima della diagnosi ufficiale.
Gli smartwatch, secondo la ricerca, potrebbero quindi servire come uno strumento diagnostico precoce, economico e pratico, con capacità di rilevare sintomi fino a sette anni prima del loro manifestarsi tipico. Tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per svelare appieno il potenziale di questa innovativa soluzione tecnologica.