L’obesità è la 5° causa di morte e interessa tra il 10 e il 30% degli adulti nei paesi dell’UE.
Guarire dall’obesità è una priorità per le economie sviluppate del pianeta.
In occasione del World Obesity DAY, alias WOD, siamo andati ad intervistare il Dottor Enrico Prosperi, Responsabile scientifico del progetto MOMA, evento organizzato allo scopo di informare l’opinione pubblica sulle migliori modalità di cura dell’obesità, sensibilizzare sul body shaming e il fat shaming e favorire l’adozione di uno stile di vita sano e consapevole. I promotori dell’iniziativa sono la Società Italiana di Educazione Terapeutica (SIET) in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale (DIAG) dell’Università Sapienza di Roma e la Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (SISDCA).
Dottor Prosperi il 4 marzo si svolgerà la prima Giornata Mondiale dell’Obesità, che messaggio si vuole inviare?
Il primo messaggio è il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, ma curabile. Attualmente in Europa tale riconoscimento è avvenuto solo in Italia, Portogallo e Paesi Bassi. Malattia cronica che richiede quindi una gestione nel lungo periodo, effettuata da equipe interdisciplinari adeguatamente formate e in grado di avere obiettivi comuni e capaci di accompagnare durante la cura la persona, senza identificarla con la malattia. Per capire meglio questo concetto, il termine paziente obeso, andrebbe sostituito con persona affetta da obesità. La gestione dell’obesità richiede, oltre ad un trattamento nel lungo periodo, anche programmi specifici e strutturati di prevenzione, partendo dai bambini, che specialmente in Italia presentano livelli di obesità sufficientemente allarmanti. Questa Giornata nasce per essere un momento di consapevolezza e questo ben si sposa con il programma di ricerca che effettuiamo presso l’Università Sapienza di Roma.
Guarire dall’Obesità. Quanto è diffuso oggi questo fenomeno? Ma soprattutto come si cura?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato che dagli anni 80 in Europa la prevalenza dell’obesità è triplicata, con tassi di obesità che vanno dal 10 al 30% e casi di sovrappeso dal 30 al 70%. In nessun paese si è vista finora un’inversione di tendenza e le stime dicono che continuando così nel 2030 oltre il 50% della popolazione europea sarà obesa. Oggi l’obesità è riconosciuta come la 5 causa di morte e il 7% dei bilanci sanitari nazionali nell’Unione Europea sono spesi per malattie collegate all’obesità.
Essendo l’obesità una malattia complessa influenzata da fattori genetici, ambientali, fisiologici e psicologici, va affrontata con la collaborazione di più figure che devono però essere debitamente formate sull’obesità. La cura non può essere banalizzata o eccessivamente semplificata. Richiede un lavoro di equipe in quanto la sola dieta o il solo intervento chirurgico rischiano di essere nel lungo tempo fallimentari. La formazione degli operatori sanitari che si prendono cura delle persone affette da obesità è essenziale per contrastare i facili pregiudizi e permettere un vero lavoro d’insieme. Una equipe interdisciplinare che vuole offrire ai suoi assistiti una cura efficace e scientificamente valida, deve condividere i valori, avere obiettivi comuni e non creare comunicazioni discordanti che confondono i pazienti.
Guarire dall’obesità. Che tipo di ricerca state effettuando in questo campo?
Presso l’Università Sapienza di Roma, la Società Italiana di Educazione Terapeutica (SIET) è partner di un progetto di ricerca, presentato dal Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale e dal Dipartimento di Medicina Sperimentale, che vede la partecipazione di un robot sociale in un particolare programma di Educazione Terapeutica, a cui ho dato il nome di Educazione alla Scelta e Consapevolezza. Il progetto TERESA (acronimo di Therapeutic Educational Robot Enhancing Social interActions) ha l’obiettivo di valutare l’efficacia e l’accettabilità di un robot sociale con sembianze umanoidi che ha il ruolo di assistente del medico che guida le sessioni terapeutiche, per la cura dell’Obesità e il Binge Eating Disorder negli adulti. Mentre sono stati effettuati studi sull’uso dei robot con i bambini affetti da diabete di tipo 1, non mi risultano studi nel campo degli adulti. I primi gruppi hanno risposto bene, ma ovviamente siamo ancora all’inizio della ricerca. L’obiettivo è aiutare le persone ad avere una maggiore consapevolezza, ridurre lo stress e l’ansia grazie ad una capacità di gestire le proprie emozioni e sviluppare un sano stile di vita, indispensabile in un programma di cura per una malattia così complessa come l’obesità. Ovviamente questo tipo di intervento non sostituisce i tradizionali trattamenti medici o chirurgici ma li affianca e li facilita, aumentando l’aderenza al trattamento. L’obiettivo finale è guarire dall’obesità.