Guarire il Diabete. Avere una remissione della malattia, smettere di prendere pastiglie o di fare iniezioni. Una specie di sogno ad occhi aperti per un paziente cui hanno sempre detto che il diabete di tipo 2 è una malattia cronica, progressiva, di fatto inguaribile. 

Il Diabete è una delle malattie che colpiscono di più gli italiani, circa 4 milioni ne soffrono e 1 milione ne è affetto ma non lo sa. Il Diabete di tipo 2 è spesso sottovalutato, ma è una malattia complessa che purtroppo riduce l’aspettativa di vita del paziente. Attualmente non esistono delle “cure” vere e proprie, perché è una malattia che è causata da una predisposizione genetica e da uno stile di vita troppo sedentario. Iperalimentazione e poca attività fisica conducono necessariamente al diabete di tipo 2.

Secondo il Rapporto Osservasalute 2017 dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane nel 2016, 83.238 pazienti risultavano affetti da diabete mellito tipo 2, con una prevalenza di patologia pari all’8,0%. La prevalenza di diabete mellito tipo 2 risulta leggermente in crescita dal 2012 (7,5%) al 2016 (8,0%), con valori sempre maggiori negli uomini rispetto alle donne (8,7% vs 7,3% nel 2016). L’analisi della prevalenza per classi di età mostra un trend crescente al crescere dell’età, con un picco nella classe 80-84 anni (23,6%). Osservando l’analisi per singole regioni, emerge un gradiente geografico della prevalenza di questa patologia, con un aumento progressivo delle stime andando dal Nord verso il Meridione. Le regioni con una prevalenza superiore al dato nazionale sono: Calabria (9,9%), Sicilia (9,6%), Puglia, Abruzzo/Molise e Lazio (8,7%), Campania (8,5%) e Basilicata (8,2%). 

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I pazienti presenti in HS e affetti da diabete mellito tipo 2 hanno pesato per il 24,7% delle prescrizioni a carico del SSN, per il 18,5% delle richieste di visite specialistiche, per il 18,2% degli accertamenti e per il 20,4% dei contatti con il MMG. L’analisi per singola regione evidenzia come questi assorbimenti siano più rilevanti tra le regioni del Meridione e, in particolare, per Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.

Il problema non è solo italiano ma è mondiale. Un punto di vista interessante lo porta la Dottoressa Simona Ferrero, Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione, che ha portato dei dati sconvolgenti riguardo la REMISSIONE del Diabete di tipo 2 (ovvero la scomparsa della malattia, la regressione fino allo stato in cui non ci sono segni nè sintomi del diabete) grazie ESCLUSIVAMENTE ad una “terapia dietologica”, ovvero a una DIETA usata come strumento temporaneo di cura. Una particolare dieta Chetogenica (si chiama VLCKD, very low calorie ketogenic diet), con pochissime calorie e pochissimi carboidrati, pochi grassi e normale apporto di proteine “nobili” consente in poche settimane, grazie all’uso di Alimenti Funzionali (la cui composizione è normata dall’EFSA) che mantengono i livelli corretti di micronutrienti, di far regredire il diabete di tipo 2 fino a farlo regredire. Regressione che consente la drastica riduzione fino alla sospensione dei farmaci antidiabetici sotto controllo dello specialista. Prevede naturalmente una progressiva, ma semplice “riabilitazione alimentare” verso una nuova e stabile corretta alimentazione.

Il professor Giovanni Spera, Endocrinologo, già Ordinario di Medicina Interna della Sapienza Università di Roma scrive quanto segue: 

“Quanto affermato dalla dottoressa Ferrero si basa su dati di letteratura aggiornati ed estremamente affidabili sull’approccio terapeutico nutrizionale al diabete di secondo tipo. Sono dati internazionali, pubblicati su riviste ad alto impatto come American Journal of Nutrition, Journal of American medical Association (JAMA) o British Medical Journal (BMJ) che riferiscono anche dei dati pubblicati con una metodica analoga (con maggiore apporto di lipidi per sfruttare meglio la chetosi) adottata con clamoroso successo sul campo nella Virta Clinic di San Francisco, specializzata in queste nuove metodiche terapeutiche su base dietetica che rilancia, assieme ai risultati clinici e scientifici conseguiti, sui siti specializzati più accreditati. Sono dati molto interessanti tanto da apparire rivoluzionari rispetto a quelli abituali della pratica cinica. Il diabete di secondo tipo, quello legato all’insulino-resistenza (cioè l’insulina non riesce a smaltire il glucosio) e che è tutt’ora definito una “malattia cronica”, quindi inguaribile, al massimo controllabile con lo stile di vita e i farmaci, con una dieta VLCKD, può arrivare alla remissione, cioè la malattia può scomparire e il paziente può regredire fino a un stadio pre-malattia, almeno fino a quando mantiene qualità ed entità di perdita di peso, anche grazie al recupero di un corretto e stabile “stile di vita”. 

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Il diabete di tipo 2 si può insomma sconfiggere con una terapia basata su uno schema alimentare rivoluzionario, che esclude quasi completamente i carboidrati per un breve periodo di tempo, tanto da indurre Chetosi. Lo schema, ripetibile, consente di ricostruire l’apparato metabolico dei soggetti con diabete di tipo 2, curando il loro organismo e portando il diabete alla remissione. Si tratta di un trattamento diverso rispetto agli schemi dietologici tradizionali ma facilmente praticabile ed in grado di cambiare la vita di molti pazienti ma anche di migliorare l’impatto del diabete sul nostro Sistema Sanitario Nazionale”.

La VLCKD, la Very Low Calorie Ketogenic Diet, un protocollo di dieta chetogenica innovativo, che non prevede (come erroneamente ritenuto) l’assunzione in eccesso di grassi animali né di proteine, ma una loro normale quota ad alto valore biologico, associata ad alimenti funzionali che compensano i micronutrienti necessari all’organismo durante questa fase, consente di “rimettere in ordine” il metabolismo, di curare l’obesità e il diabete di tipo 2 e quindi più in generale la “Diabesità” come definita su L’Accademia della Dieta di cui Spera è Direttore Responsabile ha lo scopo di diffondere la cultura scientifica nel settore delle diete, dominato, purtroppo dal fai da te indiscriminato. La diabesità è quel complesso di peso in eccesso e squilibrio metabolico che conduce inevitabilmente all’obesità e al diabete e che altrettanto inevitabilmente riduce l’aspettativa di vita dei pazienti coinvolti.