Sono molte le evidenze che si accumulano nei vari studi sviluppati da svariati gruppi di lavoro sulla pericolosità delle diete iperproteiche.
Ma c’è molta confusione, anche tra gli specialisti di settore. Molti assommano le diete iperproteiche alle diete chetogeniche, o alle diete Low Carb.
Ma non sono la stessa cosa.
Il Professor Luigi Fontana, Professore e Ricercatore al Dipartimento di salute e longevità dell’Università di Sidney, è fermamente convinto che le diete iperproteiche siano dannose per l’organismo, e lo fa citando molti studi. Un estratto delle sue dichiarazioni è disponibile in fondo a questo articolo.
Citando vari studi, in questo lungo video il Prof. Fontana però non chiarisce che le diete iperproteiche non siano necessariamente diete Low Carb, ovvero nonostante voglia fare chiarezza, getta alcuni semi di confusione che è opportuno chiarire a beneficio dei nostri lettori.
Abbiamo chiesto al nostro direttore, il professor Giovanni Spera, di spiegarci in cosa consistono le diete iperproteiche e quanto siano differenti dalle diete di tipo Low Carb, tra cui annoveriamo anche la dieta chetogenica.
Nessuno può affermare e tanto meno lo faccio io – Spiega il Professor Spera – che le diete chetogeniche siano la soluzione di un problema pandemico e con complesse causali “ambientali” come l’obesità. Ma se le diete chetogeniche sono come la “tachipirina contro la polmonite”, lo sono anche le diete ipocaloriche bilanciate, i farmaci, la chirurgia bariatrica, insomma qualunque approccio al problema che non riesca a risolverlo radicalmente.
Nell’attesa che l’universo mondo, opportunamente indottrinato sulle (costosissime ed al momento inefficaci) strategie di prevenzione cambi radicalmente atteggiamento nei confronti del cibo, trovo sterile la lunga e stucchevole diatriba internazionale tra responsabilità e meriti di un macronutriente rispetto ad un’altro nelle scelte alimentari. Confermo peraltro l’incongruità delle cosiddette diete iperproteiche che nulla però hanno a che fare con le più o meno low carb e tantomeno con la chetosi. L’equivoco è solo mediatico ed a mio parere va risolto.
Il professor Spera ha risposto così su LinkedIN a questa conversazione con il Professor Fontana, che erroneamente associa una dieta iperproteica a una dieta Low Carb.
Spiega il Professor Spera:
Con le VLCKD, le diete Very Low Calorie Ketogenic diet, è certa la remissione del Diabete Mellito di Tipo 2, con la stabile perdita di peso. E’ un risultato confermato dallo studio DIRECT, 30 mesi di studio monitorato e controllato con VLCD di 12 settimane (solo “Shakes and Soup”) e successivo reitegro e mantenimento.
Ma nella pratica per la popolazione di diabetici una aderenza corretta alle VLCD è poco praticabile, per ragioni prevalentemente umane.
Darius Mozaffarian, cardiologo e epidemiologo americano conclude dicendo che “Tutti, ma specie le Istituzioni, i Media e l’Industria devono capire che il sistema del cibo globale “is broken”. La situazione è insostenibile e riuscire a far comprendere quanto sia economicamente micidiale insistere col cibo spazzatura è la via più
diretta per un reale cambiamento del sistema della salute e di tutti gli interessi collegati.”Come sosteniamo da sempre qui su accademia della dieta insomma, il problema è sempre di stili di vita. Le cure contro l’obesità e contro il diabete di tipo 2 falliscono proprio per la natura stessa delle malattie, che derivano da un consumo eccessivo di cibo e da uno stile di vita malsano. Sarebbe come dare lo sciroppo per la tosse a un fumatore incallito o, per citare il Prof. Fontana, la tachipirina a un malato di polmonite.
Ecco cosa scrive il Prof Fontana invece a proposito delle diete iperproteiche (cose sulle quali Accademia della Dieta e il professor Spera concordano).
“Siamo in un momento storico in cui la gente ritiene di mangiare bene se consuma una fettina di carne o pesce e qualche vegetale, scartando i carboidrati. È una cosa che sento ovunque e che molti dietisti prescrivono in tutto il mondo. …… Tutto questo sospinto da un erronea percezione che mangiare più proteine e’ fondamentale per perdere o prevenire l’aumento di peso e per aumentare la massa muscolare. …… I dati scientifici, però ci raccontano un’altra realtà. I risultati di grossi studi epidemiologici suggeriscono che coloro che consumano diete iperproteiche hanno una più altra probabilità di diventare obesi e diabetici, e di morire di patologie cardiovascolari. Per esempio, il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 aumenta del 20-40% per ogni 10 g di proteine consumate, quando si supera i 64 grammi al giorno. Inoltre, diversi studi clinici randomizzati ben eseguiti dimostrano che le persone che assumono diete iperproteiche (25% di energia da proteine) non hanno guadagnato meno peso o più massa magra di coloro che hanno seguito una dieta contenente il 15% di energia da proteine. Consumare tante proteine di per se non aumenta la massa muscolare; e’ fondamentale associare tanto esercizio fisico in palestra per ottenere dei risultati degni di nota. No pain, no gain! Infine, iniziano a esser pubblicati studi clinici sperimentali che suggeriscono un potenziale effetto pro-cancro ed pro-invecchiamento di queste diete iperproteiche. Bettina Mittendorfer della Washington University di St.Louis ha dimostrato che le donne obese che perdono peso con una dieta ipocalorica ma iperproteica (1.3 grammi di proteine per kg di peso corporeo), a differenza di coloro che perdono lo stesso peso con una dieta ipocalorica normo-proteica (0.8 g di proteine per kg di peso corporeo), non migliorano l’insulino sensibilità. Insomma, i danni legati all’obesità, come per esempio l’iperinsulinemia compensatoria e l’insulino resistenza, rimangono nonostante queste persone abbiano fatto registrare una consistente riduzione del peso e del grasso viscerale. Ricordiamoci che l’iperinsulinemia, stimolando cronicamente la insulin/IGF-1/TOR pathway, promuove cancro ed invecchiamento accelerato. Infine, e’ stato dimostrato che la trasformazione dell’L-carnitina e della colina (2 nutrienti di cui sono ricchissimi la carne, i formaggi e le uova) nel metabolita TMAO da parte dei batteri intestinali aumenta del 20% il rischio di sviluppare l’infarto del miocardio, indipendentemente dagli altri fattori di rischio cardiometabolico tradizionali. Livelli elevati di TMAO inducono infiammazione vascolare e aumentano il rischio di trombosi. In uno studio recente, si e’ visto che gli individui con elevati livelli sierici di colina o l-carnitina hanno un rischio doppio di non riuscire a perdere peso in risposta ad una dieta ipocalorica. Al contrario, gli individui in sovrappeso ed obesi che hanno mostrato una diminuzione dei livelli di colina o l-carnitina hanno ottenuto maggiori miglioramenti del metabolismo energetico e di riduzione dell’adiposità in risposta ad una dieta ipocalorica, suggerendo che tali metaboliti sono predittivi della risposta individuale alla restrizione calorica.
Lavori scientifici: 2: Pili R, Fontana L. Low-protein diet in cancer: ready for prime time? Nat Rev Endocrinol. 2018 May 15. doi: 10.1038/s41574-018-0028-y. [Epub ahead of print] 3: Simpson SJ, Le Couteur DG, Raubenheimer D, Solon-Biet SM, Cooney GJ, Cogger VC, Fontana L. Dietary protein, aging and nutritional geometry. Ageing Res Rev. 2017;39:78-86. 4: Fontana L, et al. Decreased Consumption of Branched-Chain Amino Acids Improves Metabolic Health. Cell Rep. 2016;16(2):520-530. 5: Yang L, Licastro D, Cava E, Veronese N, Spelta F, Rizza W, Bertozzi B, Villareal DT, Hotamisligil GS, Holloszy JO, Fontana L. Long-Term Calorie Restriction Enhances Cellular Quality-Control Processes in Human Skeletal Muscle. Cell Rep. 2016 Jan 26;14(3):422-428. 6: Fontana L, Partridge L. Promoting health and longevity through diet: from model organisms to humans. Cell. 2015 Mar 26;161(1):106-118. 7: Fontana L, et al. Dietary protein restriction inhibits tumor growth in human xenograft models. Oncotarget. 2013 Dec;4(12):2451-61. 8: Longo VD, Fontana L. Calorie restriction and cancer prevention: metabolic and molecular mechanisms. Trends Pharmacol Sci. 2010 Feb;31(2):89-98. 9: Fontana L, Weiss EP, Villareal DT, Klein S, Holloszy JO. Long-term effects of calorie or protein restriction on serum IGF-1 and IGFBP-3 concentration in humans. Aging Cell. 2008 Oct;7(5):681-7. 10: Fontana L, Klein S, Holloszy JO. Long-term low-protein, low-calorie diet and endurance exercise modulate metabolic factors associated with cancer risk. Am J Clin Nutr. 2006 Dec;84(6):1456-62.