La dieta chetogenica e i pazienti complessi, nefropatia e diabete.
Problemi ai reni, nefropatia, diabete di tipo 2, obesità. Come trattare questi pazienti con la dieta chetogenica? Ci sono delle scelte particolari da fare?
Sappiamo benissimo che far fare una dieta a un paziente normale è un conto, farla fare a un paziente diabetico, che magari ha anche un’insufficienza renale è un altro.
Adriano Bruci, nefropata, introduce l’argomento senza troppi giri di parole.
Mi occupo anche della nutrizione di pazienti nefropatici e diabetici e l’ho sempre fatto lavorando anche con quelli che sono in dialisi. Questo tipo di pazienti sono un po complessi, perché spesso obesi o con patologie cardiovascolari.
Il Dottor Adriano Bruci pensa che approcciare questo genere di pazienti da un punto di vista nutrizionale sia molto importante.
Se io dovessi dire dalla mia esperienza, lavorerei più sulla nutrizione che sull’aspetto farmacologico. La dieta VLCKD ad esempio blocca l’insulina e serve per perdere grasso, una cosa utile a tutti, mantenendo la massa muscolare.
La VLCKD è la Very Low Carb Ketogenic Diet, una dieta ipocalorica, ipolipidica e normoproteica che consente, in concomitanza con l’assunzione di alimenti funzionali, è una vera e propria terapia dietologica che mette insieme la Nutraceutica e la Chetosi, un meccanismo naturale dell’organismo che si “attiva” per bruciare grassi quando si fa a meno di carboidrati.
“Ci sono studi – spiega il Dottor Adriano Bruci – come quelli citati dalla dottoressa Simona Ferrero, che dimostrano che con una dieta VLCKD è possibile ottenere la riduzione della massa viscerale e la riduzione della pressione sistolica. Tutti benefici legati alla semplice perdita di grasso”.
Il Dottor Bruci si riferisce agli studi citati dalla Dottoressa Simona Ferrero durante l’8° Congresso Sinut, che rappresentano delle prove scientifiche secondo le quali i pazienti diabetici, se perdono molto peso, possono “rimettersi” dal diabete, ovvero fare in modo che la malattia cronica receda, fino a scomparire.
Certo dipende da paziente a paziente, dalla sua storia personale, ma allora quale dieta per ridurre il grasso viscerale è la più efficace?
“Escluderei le diete iperproteiche di origine animale – spiega il dottor Bruci – e quelle ipocaloriche bilanciate, perché presumono che il paziente faccia attività fisica e io ho pazienti che non la possono fare”
Una restrizione che esclude molte diete. Poi Bruci prosegue.
“Fatto questo cosa rimane? Rimane la VLCKD, che è adatta anche a chi fa poco movimento, è una terapia e dopo prosegue con una dieta bilanciata di tipo mediterraneo.”
Poi il dottor Bruci prosegue:
“Su pazienti complessi (nefropatici) come questi la dieta Chetogenica o VLCKD funziona perché non influisce sulle terapie farmacologiche, non c’è interferenza per quanto riguarda la terapia anticoagulante, non c’è interferenza per quanto riguarda la terapia antiaritmica. Questo è un protocollo sicuro, in cui il carico proteico e i nutrienti sono bilanciati. E’ un protocollo in cui si somministrano più elettroliti e più micronutrienti di qualsiasi normale integratore.
Credo che la collocazione di questa dieta sia importante nel diabetico all’esordio della malattia, visto lo scopo di cambio dello stile di vita. Non ha un sovraccarico sui reni e pertanto può essere impiegata anche in questo tipo di pazienti.”