La Vitamina D è un complesso chiave per il nostro organismo. Non può essere assorbita direttamente in grandi quantità e il nostro corpo la produce quando la pelle è a contatto con il sole, sintetizzandola dai grassi cutanei.

La vitamina D è fondamentale per le nostre ossa, delle quali costituisce un nutriente e un costituente imprenscindibile per una buona salute.

Lo stile di vita contemporaneo, viviamo dentro scatole chiuse in cui il sole non riesce ad accedere, compromette questa funzionalità naturale del nostro corpo. Molti stati già obbligano o consentono alle aziende di addizionare i cibi con vitamina D, proprio per evitare la comparsa di patologie osteometaboliche.

Ci troviamo a Sabaudia per il settimo convegno pontino sulle patologie osteometaboliche, responsabili scientifici Dottor Roberto Cesareo e il dottor Giuseppe Campagna. Questa giornata era interessante per noi di accademiadelladieta.it perché ci ha consentito di saperne di più sulle implicazioni metaboliche di una vitamina molto conosciuta, ma forse non conosciuta nel modo corretto, la vitamina D.

Il Dottor Fabio Vescini, Endocrinologo

La vitamina D è una vitamina – spiega il Dottor Fabio Vescini, medico specialista in endocrinologia e malattie del ricambio – ma si comporta un ormone. Perché dopo che viene attivata nel nostro organismo, attraverso due tappe metaboliche, cambia la sua struttura e la sua azione. La vitamina D ha recettori in quasi tutte le cellule dell’organismo umano e in ogni cellula svolge un’azione specifica.

Il Dottor Roberto Cesareo durante l'intervento

Il Dottor Roberto Cesareo durante l’intervento

La vitamina D è utilissima in determinate categorie di pazienti – spiega il Dottor Roberto Cesareo, Endocrinologo al SM Goretti di Latina – basti pensare il soggetto con osteoporosi, il soggetto con fratture, nel paziente obeso in cui spesso la vitamina D risulta sequestrata nel tessuto adiposo.

Nel paziente sarcopenico (che sta perdendo massa muscolare), la vitamina D sicuramente migliora le performance muscolari. Però bisogna stare attenti al dosaggio. La prescrizione della vitamina D quando questa non è così bassa rischia di fare a implementare la spesa sanitaria in maniera non corretta, quindi no all’esagerazione.

Il Dottor Roberto Cesareo

Il Dottor Roberto Cesareo, Endocrinologo

I micronutrienti sono essenziali – spiega il medico nutrizionista Pierluigi Gaspa – per cui gli alimenti funzionali in questo senso sono perfetti.

Gli Alimenti Funzionali, che sono alimenti addizionati di elementi nutritivi e micronutrienti, sono uno strumento della Nutraceutica.

E’ doveroso integrare i nutrienti che mancano anche e soprattutto quando il paziente fa sport. Quindi in dieta chetogenica l’integrazione di micronutrienti e vitamine è assolutamente indispensabile.

La carenza di vitamina D – aggiunge Roberto Cesareosi associa tutta una serie di malattie extrascheletriche. Allo stesso modo, in maniera corretta, va detto che non è che supplementando di vitamina D questi soggetti con queste patologie non scheletriche, non necessariamente prevengo queste malattie.

Siamo costruiti per produrre vitamina D dalla nostra cute – spiega Fabio Vesciniesponendoci alla luce solare. Il problema è che in europa le nazioni in c’è la maggiore prevalenza di ipovitaminosi, quindi di carenza di vitamina D, sono proprio l’Italia la Spagna e la Grecia, quelle con più sole.

Perché noi crediamo che il sole ci sia sufficiente – conclude Vescini – ma civilizzati come siamo viviamo al chiuso. I paesi del nord Europa invece (Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca) fortificano i cibi per legge e quindi risultano molto meno carenti di noi meridionali d’europa, che invece presentiamo la carenza più elevata.

Dobbiamo integrare la Vitamina D quindi, ma dobbiamo farlo con moderazione e sotto controllo medico, in modo da prevenire malattie scheletriche come l’osteoporosi e per dare ai nostri figli, specie quelli nell’età dello sviluppo, il giusto apporto nutritivo per le loro ossa.